Su Taffimai è uscita questa bella intervista in cui parlo di come si è sviluppata la App Anita Annoiata.
La riporto per intero:
Abbiamo rivolto qualche domanda a Silvia Baroncelli, per farvi conoscere meglio l’artista che ha interpretato con i suoi vivacissimi colori le parole del racconto di Lodovica Cima, Anita annoiata.
T.: Ciao Silvia, vuoi raccontarci brevemente chi sei e come sei approdata a questo meraviglioso mestiere?
S.: Lo so, lo dicono tutti, ma a me, davvero, è sempre piaciuto disegnare.
Il mondo dell’illustrazione mi ha attratto come una calamita, per la sua capacità comunicativa e le infinite possibilità di esprimersi. Ho frequentato l’Accademia di Belle Arti a Firenze, ho partecipato a corsi di illustrazione per l’infanzia, infine, ho vinto una borsa di studio come Artist in Residence presso il British Museum di Londra. Attualmente lavoro come illustratrice per case editrici italiane e straniere.
T.: Il 2014 per te ha rappresentato un anno importante: le tue coloratissime illustrazioni ci hanno infatti tenuto compagnia per tutti i 12 mesi grazie al calendario della Città del Sole: vuoi dirci qualcosa di quell’esperienza e del concorso?
S.: Devo dire che quando ho mandato il mio progetto per il concorso “L’illustratore dell’anno”, ero convinta di avere realizzato un lavoro di qualità e, nel momento in cui ho saputo che la vincitrice ero proprio io, sono stata felicissima. Ricordo ancora l’abbraccio saldo di mio nipote Andrea, che mi ha consigliata e ispirata, come gli altri miei nipoti e la mia bambina Ginevra. La realizzazione del calendario è avvenuta principalmente nei mesi estivi, ricordo quei momenti con gioia e, quando riguardo le tavole, ricordo esattamente chi mi stava intorno, l’aria calda e oziosa della bella stagione. Poi c’è stato il momento in cui il calendario è entrato nelle case delle persone, ed è stato bellissimo ricevere messaggi affettuosi di ringraziamento e apprezzamento, molti mi hanno scritto per dirmi che i loro bambini si divertivano a raccontare storie guardando le mie figure. Di più non avrei potuto chiedere. Oggi mi scrivono per sapere se abbia realizzato un calendario per il 2015, ma la mia risposta è no. Chissà, magari per il 2016…
T.: Anita annoiata è il tuo primo progetto di app: quali sono le tue impressioni a caldo sul lavoro che il digitale richiede rispetto alla creazione per albi illustrati tradizionali?
S.: Ho dovuto cambiare un po’ il mio modo di progettare l’immagine, pensare ai movimenti degli oggetti e mi sono dovuta scontrare con degli ostacoli tecnici.
Ho poi pensato che rispetto alla carta stampata, quando si legge in digitale si ha un approccio più veloce, ho quindi deciso di non usare molti particolari, ma di preferire un’immagine pulita e bilanciata.
Per il resto, “disegnare è sempre disegnare”, e il coinvolgimento è stato forte come sempre.
T.: La storia di Lodovica Cima era incentrata su un aspetto molto importante per i bambini della fascia d’età 3-6 anni, ovvero la ripetizione e la circolarità: raccontaci quali sono gli elementi che tornano nell’app anche in termini di illustrazioni, qual è il filo conduttore di tutte le tavole?
S.: Le tavole si dividono principalmente in due categorie: quelle in cui Anita è seduta e pensa ai giochi che non ha con sé e quelle in cui i suoi amici le propongono delle attività da fare sul momento.
Nella prima categoria si ripresenta sempre la stessa immagine di Anita seduta sulla panchina, e il pensiero collocato nella stessa posizione, per rimarcare la fissità del momento che si ripete numerose volte.
Nella seconda categoria Anita afferra sempre il gioco che le viene proposto e lo getta via svogliata, sbadigliando.
Soltanto alla fine vedremo Anita sorridere felice e correre spensierata coi suoi amici.
Ho scelto di utilizzare una texture di fondo che ricordasse la carta, per avere comunque la sensazione di avere a che fare con qualcosa di concreto.
T.: Infine: sei anche tu mamma. Qual è il tuo approccio in veste di genitore col digitale?
S.: La mia bambina ha due anni ed è una nativa digitale, ha quindi un approccio molto istintivo con la tecnologia. Sia io che suo padre utilizziamo apparecchi tecnologici quotidianamente, è quindi logico che lei sviluppi curiosità per questo mondo.
Per lei scegliamo app che riteniamo di qualità e stabiliamo dei momenti precisi in cui possa divertirsi con questi strumenti.
Confesso che ha già provato a disegnare con la mia tavoletta grafica, ma per ora preferisce pennarelli e pastelli, io sono pronta a farle sperimentare tutte le tecniche che conosco.