Perché mi è piaciuta così tanto questa mostra?
Probabilmente perché mi sono concessa una breve vacanza con le amiche, forse perchè Roma era illuminata da un sole tiepido e piacevole, ma anche perché Hopper mi porta dentro i suoi quadri come se fossero parte di un racconto.
Non è un caso che l’artista americano si fosse formato proprio in illustrazione, infatti molti dei colleghi illustratori lo prendono come riferimento, talvolta lo citano, e ammirano la sua abilità nel disegnare con la luce.
La nuova tendenza delle mostre è quella di coinvolgere il pubblico, non ci sono divieti per la riproduzione fotografica delle opere, si è anzi invitati a condividere.
Qui condivido alcuni scatti molto vicini alle opere, perché la vera emozione è poter osservare da vicino le pennellate che dalle foto sui libri non si possono ammirare.
Alla fine della mostra leggo: “Disegna con Hopper” e una postazione con lavagna luminosa offre la possibilità di cimentarsi in una veloce reinterpretazione di alcune opere dell’artista. Potevo forse tirarmi indietro?
Infine, foto finale all’interno di uno dei quadri più famosi, da condividere naturalmente.
Edward Hopper al Complesso del Vittoriano
Fino al 12 febbraio 2017